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Passano 18 anni, prima che Vera, la protagonista di questa storia, possa gridare la sua voglia di libertà e di vita. Nascosta nel camerino di un centro commerciale, si lascia andare al piacere del proprio corpo come in un atto di purificazione. 18 anni di vita arida e sterile di sentimenti. Sembra un sogno: non provare più vergogna di sé. Ma presto i fantasmi che albergano nella sua mente la assalgono di sensi di colpa. Catapultata in un incubo che intreccia il suo passato con il suo presente, nell’ambiente freddo e squallido di una prigione (chiaro parallelismo con la sua condizione) bosniaca, assistiamo inermi alla sua dolorosa rinascita. Una rinascita che passa dall’ingombrante presenza del fidanzato Stefano (disposto a rinunciare a tutto pur di starle accanto), all’assenza – percepita – dei suoi genitori; un’assenza altrettanto ingombrante. La secchezza del suo corpo ossuto e malato è riecheggiata dal legno piatto e scarno dei manichini sulla scena, che penzolano in un costante presagio di morte. Una severissima poliziotta, incarnando il disgusto e il senso di colpa di Vera, la guida nel suo viaggio senza mai rivelarsi, se non alla fine. Intimo Teatro, sotto la direzione esperta di Semsudin Sem Gegic, affronta delicatamente il dramma dell’anoressia prendendo spunto dal romanzo omonimo di Elena Mearini, e adattando la realtà raccontata nel testo a quella ancora viva nella memoria di Sarajevo. I ricordi sono il fondamento della nostra vita, determinano le nostre azioni presenti e spesso è troppo doloroso passare oltre per ricominciare. Il messaggio che questo spettacolo riesce a trasmettere è intenso. Lo vediamo negli occhi di questi giovani attori, che passano dalla capacità di far sorridere a quella di far commuovere, con la naturalezza di chi ha interiorizzato il dramma per trovare una via di fuga. Anorexione e Anorexia, i due alter ego di Vera, che la provocano, la insultano, la coccolano, la cullano nel suo disagio sperando in un risveglio, suscitando continuo scandalo per ogni impulso affettivo sincero. Sono come l’anima di Vera, conoscono di lei ogni cosa, ogni paura, ogni silenzio, ogni lacrima trattenuta, ogni grido, ogni tentativo di suicidio interiore. Poi c’è Azra, la figura femminile che tanto la disturba, così florida, così viva, così attaccata alla vita. Così bella da essere – nel suo immaginario – l’inarrivabile modello da distruggere. E ancora Stefano, colui che ha votato la sua vita per Vera. Una figura insignificante ai suoi occhi, impotente; solo, nella lotta per l’amore. A tratti patetico. Conosciamo Vera bambina, che muore di gelosia per il padre e odia profondamente la madre. La vediamo adolescente mentre rifiuta i primi amori insieme al cibo che rigetta. La vediamo donna, mentre passa il suo tempo tra cicatrici sui polsi e ricoveri d’urgenza. Ma, come cita una frase dello spettacolo, “la conoscenza arriva solo tramite il dolore”. Sarà così che la vedremo rinascere, in una danza gioiosa e piena di speranza, come chi non ha perso la voglia di vivere e la vuole raccontare al mondo.
-Violetta Serreli-
Regia Semsudin Sem Gegic
Basato sull’omonimo romanzo di Elena Mearini
Drammatizzazione Emina Gegic
personaggi ed interpreti: Vera – Fiona Dovo / Poliziotta – Laura Formenti / Azra – Paola Crisostomo / Stefano – Gianni Ascione / Anorexione – Libero Stelluti / Anorexia – Maria Renda / Ballerina – Mary Garret