Buongiorno Federica, grazie per aver accettato di rispondere alle nostre domande. E’ raro incontrare una persona che abbia un percorso così ricco di esperienze come il tuo. Musica, cinema, pittura, libri e cos’altro ci riservi…?
Buongiorno a te Viola, grazie della fiducia e della stima che troverai di certo ricambiate. Difficile risponderti, forse perché, in realtà, mi sento così piena di vita, entusiasmo, gioia di essere ed esistere, che avrei voglia di cimentarmi ancora in mille altre discipline. Perciò, non so ancora dirti cosa farò, davvero, da grande. Torno invece a confessare che devo tutto alla famiglia, lo ripeto pressoché ad ogni intervista. I miei genitori sono stati molto lungimiranti, capendo che, percorrere solo la strada musicale, nel tempo, si sarebbe rivelato un errore di formazione. Mi hanno supportata, allora, nello studio universitario, dopo il liceo classico, dove però non ho incontrato mai il favore delle mie insegnanti di Lettere. Strano a dirsi, vero? Mi ricordo che ce n’era una che ha scalpitato più di tutti gli addetti ai lavori per …“imbrigliarmi”. Senza riuscirci, per fortuna! Nel frattempo, sentivo che le parole non mi sarebbero bastate a raccontare il mio mondo; mi sono dedicata al disegno, effettuando il passaggio ai colori quando ho incontrato il famoso pittore teramano Sandro Melarangelo. Uno dei personaggi abruzzesi più eclettici e soprattutto un docente oltremodo ricco di umanità. Ovvero una di quelle persone che mi hanno convinto a proseguire. Ad ascoltare, cioè, la mia coscienza artistica. È nato, di lì a poco, il mio primo libro, “Il canto del cigno rosso”, che è stato concepito proprio come un contenitore di linguaggi: un romanzo epistolare dove la musicalità della parola, veniva completata dalla poetica delle stanze, veri quadri a matita, in cui si sviluppava, senza circoscrivere, una storia a parte. Ne sono arrivati altri, di racconti e poi libri, tra cui “La Luna Scricchiola”: prendendo spunto da una storia vera, narro dell’amore impossibile tra due amanti virtuali. Questo, però, è stato solo l’inizio di un’avventura artistica e creativa sfociata nel romanzo on-line, una nuova forma espressiva da me inventata. Notato persino dalla giornalista Rai Rita Rocca, oltre che da Marta Ajò e Francesco Alberoni, il romanzo on-line è stato ospitato per circa un anno e mezzo sul blog de ilcorrieredellasera.it “Nel cuore di Roma”, dalla collega Ester Palma. Ma non finisce qui.
Cosa ha significato per te ricevere un premio nel giorno simbolo del 25 Novembre?
Ho appena ricevuto la menzione speciale nel Concorso “I colori delle Donne”, indetto dalla CPO della Provincia di Ascoli, per il monologo Sirena di terra. Verrà inserito nella straordinaria antologia che stanno appositamente preparando. Tutto ciò ha significato dare corpo alle mie parole: infatti il racconto veniva letto, in sede di esame, separato da tutti gli altri dati anagrafici. La mia Sirena ha perciò vinto due volte, perché ha trovato accoglimento in una giornata tanto importante, quella internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999, dall’Onu. E poi perché, come accennavo, è stata premiata indipendentemente dal fatto che si sapesse mi appartenesse. A riprova che era valido di per sé, senza bisogno di sfruttare la mia “notorietà”. Cos’altro potrebbe desiderare uno scrittore? Intanto, non riesco proprio a deporre la penna! Sono diventata giornalista e, nel cassetto, ho già pronto un altro romanzo…
Quale anima prevale in questo universo artistico? Qual è stato il momento in cui hai capito che questa era la tua strada?
Non posso negare che la mia inclinazione per la musica sia una componente fortemente condizionante rispetto alle altre propensioni. Se rifletti con me, ti accorgerai tu stessa che il concetto di cromatismo, ad esempio, lo ritroviamo pure in pittura. Come vedi, non c’è un confine o limite netto a delineare il perimetro delle stanze nella mia anima. Mi interessano ora, le immagini in movimento. Mi hanno chiesto un soggetto cinematografico, infatti ci sto lavorando da un po’. Comunque, la cinepresa mi affascina da sempre, complice la tecnologia e tanta, tanta immaginazione. Non posso rivelare di più. Ho scritto sin da piccola, perché, essendo timida, ho sempre temuto di arrossire nell’esprimere i miei sentimenti. Poi, d’un tratto, mi sono accorta che, nel cuore, avevo mille cunicoli, popolato ognuno di mille sussurri, o sibili, a seconda delle stagioni, dell’umore. Mi sono ascoltata. Amo molto il silenzio: perché mi concede l’immensa opportunità di ritrovarmi in mezzo al mio muscolo cardiaco. Da musicista, conosco bene il senso delle pause. Danno respiro, provocano meraviglia nello spettatore, quasi costretto a “ritrovarsi” a sua volta, specie quando arrivino inaspettate. Perché non sfruttare quel momento pure nella quotidianità? Per tendere l’orecchio al farfugliare dell’anima?
Hai mai avuto ripensamenti? Oppure occasioni di sconforto…
C’è molto di vero nelle mie storie, proprio in quanto sono il frutto di tali momenti. Attimi in cui il cielo sembra crollarti addosso, e schiacciarti senza alcuna via di fuga. Ho imparato a metabolizzare quella sensazione di “sconfitta”proprio attraverso la scrittura. Di cui si dovrebbe approfittare più spesso, vista l’invasione del rumore nelle nostre vite. Dal vociare nella metro, nei centri commerciali, fino a quello della rete, in cui ci si accorge che la luna, come ti accennavo, sa scricchiolare. Sto tornando con un’altra storia a prova di pelle. Un insieme di emozioni che avrebbero potuto falcidiarmi. E invece, le ho brandite come l’arma più potente nei confronti del destino. Che ti toglie, è vero, ma se riesci ad analizzare il tuo percorso fino ad allora, puoi trarne delle lezioni. E rincominciare a volare, pure con un’ala sola. Parola del cigno rosso d’Abruzzo.
Col tuo lavoro di giornalista, oltre che di scrittrice, hai avuto occasione di intervistare grandissimi personaggi, in vari ambiti. A quale di queste interviste sei più legata e perché?
Non sento di favorire qualcuno a discapito di qualcun’altro. Ritengo che ognuno degli immensi personaggi con cui ho avuto l’onore di potermi confrontare, abbia lasciato impresso nel mio animo il suo segno indelebile. Alcuni si sono rivelati meteore, eppure penso che nessuno di noi sia in diritto di negare il proprio sostegno ad un emergente. Sarà poi il pubblico a decidere, a seconda dell’evoluzione. Ho potuto raccogliere le testimonianze di autori e musicisti come Mogol, Roberto Cacciapaglia, Antonello De Sanctis, il pianista conterraneo Carlo Grante, fino a raggiungere Paolo Buonvino o Gualtiero Cesarini. Avendo poi iniziato a “girare” il resto del giornale, mi sono imbattuta in storie forti come quelle raccolte da Carmelo Sardo, il giornalista del Tg5 che è stato appena premiato allo Sciascia, insieme a Malerba, appunto, l’ergastolano Giuseppe Grassonelli. Non solo Italia, non solo Italiani, tra cui il metateista Davide Foschi: soprattutto grazie alla cura della Rubrica “Le eccellenze“, mi sono spesso fermata a discutere con alcuni degli abruzzesi più noti. Donne e uomini di rara sensibilità, che mi hanno “istruita” ulteriormente sulla bellezza della mia terra. Una terra dai mille volti svelati anche grazie a Confidenze, la testata Mondadori che mi ha ospitata nelle proprie Rubriche, Io ci sono stata e Bello a sapersi. Ho difatti potuto mostrare alcune della facce d’Abruzzo, tra le sue contraddizioni (i Musp aquilani nel 5 anniversario del terremoto) e tradizioni (la notte dei Faugni atriani). Ma, in entrambi i casi e per le motivazioni più diverse, non smettono di urlare dentro.
Arriviamo al blog di Cantocignorosso: come si è evoluta la tua carriera? C’è un nesso con le tue storie?
Ti stai riferendo all’ iniziativa che sto promuovendo in qualità di “donna di cultura”. Insieme a tante altre “donne d’autore”, le definisco così, abbiamo ritrovato il senso della loro anima, con campagne che a mano a mano si rivelano sempre, purtroppo, dall’attualità sconvolgente. Dopo “Riprendiamoci la voce” avviata come autrice di fanpage, ho avviato “Le amiche della Luna”, visto che sono da sempre molto attenta a lottare per la conquista della pari opportunità: che sia vera, tangibile, e non solo banalmente sbandierata! Si tratta di “valide alleate lungo il mio cammino, Donne da cui le Donne imparano quotidianamente a Riprendersi la voce, e che hanno deciso di sposare questa causa nobilissima, “lottare non solo a Marzo”. Sì, c’è un nesso tangibile, concreto. Ispirandomi alla storia di Alberta, la protagonista del mio ultimo romanzo edito, dilaniata tra la quotidianità e il desiderio di cambiarla, modificarla, edificarla su basi più solide, concrete, più gratificanti per una donna come tante, innamorata dell’amore. Tra coloro che hanno aderito, personaggi del calibro della conduttrice televisiva Ilaria Moscato, l’attrice Sara Ricci impegnata proprio in questi giorni con l’uscita de “Il leone di vetro”, appena presentato a Venezia, o ancora Dorina Forti, la famosa make up artist, Susanna Barbaglia , vicedirettore di Confidenze e DM.
Dicci quello che non hai mai rivelato…
Ti riferisci al mio blog neonato ”Tutto quello che non ti ho detto”, in cui mi sono spinta oltre e, riprendendo l’idea delle pari opportunità, ho chiesto anche ai colleghi maschietti di collaborare, in nome proprio del raggiungimento di una vera parità tra i sessi. Sono scesi in campo penne come Alessandro Zaltron, Giampaolo Serino, e a sorpresa, l’ennesimo conterraneo che, ormai, ci invidiano ovunque, Alessandro Angelozzi, lo stilista di Elisabetta Canalis nel suo giorno più bello… leggere per credere!
Sei molto legata alla tua terra, cosa ti porti dentro, nel tuo lavoro che ti consente anche di conoscere tanti luoghi diversi, delle tue tradizioni, della tua famiglia…
Tutto, praticamente ogni respiro, ogni sussulto, ogni fragilità. E infine tutta la combattività di gente che si divide tra la conservazione di una storia millenaria e la volontà di andare oltre. “Forti e gentili”, al contempo, siamo quasi preveggenti nell’assecondare la prossima evoluzione. Potrei portare mille esempi di conterranei che ce l’hanno fatta. Il colore brunito della terra d’Abruzzo, strega…
Abbiamo detto che ti muovi con disinvoltura in tanti rami dell’arte, quasi tutti potremmo dire. Che consiglio daresti a chi vuole intraprendere una carriera come la tua?
Non vorrei apparire scontata nel ripetermi pure in questo caso: studiate, formatevi, aprite la mente ad ogni tipo di commistione artistica, culturale, senza avere mai paura di rimanere contaminati. Arriverà il momento in cui il vostro sempre più “voluminoso” bagaglio di “sapere” potrà tornarvi utile. Rimanendo comunque umili, perché “il sapiente” è pur sempre colui che sa di non sapere.
Federica Ferretti chi è?
Federica Ferretti è una donna che vive emozionandosi ad ogni istante. Che crede nelle potenzialità del futuro quando le sue fondamenta siano state poste, ben salde, nel presente. Una donna che non smetterà mai di cimentarsi nel concretizzare i suoi sogni della notte. Rischiando di realizzarli, come sta succedendo.
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